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Superare la paura del dentista

Cari pazienti e amici, ma voi avete paura del dentista? Anche perché, non lo nascondo, io stesso su quella poltrona ho sempre un brivido d’attesa.

Ma quanta paura ha un mio paziente? Quasi tutti sanno come lavoriamo e non manifestano paura sedendosi nel nostro studio, ma da piccoli atteggiamenti involontari possiamo dedurre che nessuno è davvero tranquillo.

Ci sono poi, circa un 10% di pazienti, piccoli ma anche adulti, odontofobici.

Questo è il primo di due articoli che vi spiegano questa paura e come affrontarla.

Odontofobia? E’ la fobia del dentista. Una monofobia riconosciuta dall’OMS, una paura incontrollata che può arrivare fino a veri attacchi di panico con tachicardia, sudorazione, senso di soffocamento, tremore, svenimento.

Non ha età. Uu mio paziente, per esempio, un mese fa improvvisamente mentre era sulla poltrona ha avuto un attacco violento di ansia senza sintomi precedenti o senza un vero motivo. Si è alzato ed è uscito di corsa dallo studio e finora non è più riuscito a tornare, e badate che era un paziente fantastico che negli ultimi anni aveva subito molti interventi con successo e senza problemi.

Ma come si comporta l’odontofobico? Due sono i momenti.

Il primo momento è fuori dallo studio.

Questo paziente, spesso adulto, evita il dentista: semplicemente lo allontana finché può e non si sottopone alle cure necessarie.

Questa fase si chiama, per i terapeuti, evitamento. Una fobia che arriva non solo a “rodere la mente” ma anche il fisico.

Il paziente trova delle scuse: “non ho tempo”, “è troppo caro” e cosi via. Cancella l’argomento denti e tutto ciò che è legato alla bocca. Con il passare del tempo ovviamente il problema diventa più grande. E il paziente entra in uno stato di frustrazione.

Successivamente si automedica con antibiotici e antidolorifici peggiorando la situazione…

Più passa il tempo più si ingigantisce il problema e prima o poi deve andare dal dentista in una situazione d’emergenza il che non faciliterà le cure.

A questo punto il paziente, nella fase due, si presenta sulla poltrona in uno stato d’ansia che amplifica le sue sensazioni fisiche: qualsiasi contatto, anche semplicemente aprire la bocca viene catalogato come dolore ed anche le sensazioni sensoriali, come i rumori del trapano vengono percepite come amplificate e quindi “dolorose”. La voce stessa del dottore è altamente penetrante e invece che calmare diviene irritante.

Strategie: cosa deve fare il paziente adulto:

  1. Cercare informazioni sul dentista che si è scelto: seguire se possibile il passa parola e non credere alla pubblicità. Diffidare del “tutto subito” o delle “garanzie a vita” della tv.
  2. Non leggere su internet o riviste argomenti di odontoiatria prima della visita e non farsi auto-diagnosi.
  3. Un passo alla volta: al primo appuntamento farsi accompagnare da un amico piuttosto che da un parente. Fare solo una visita e scoprire se scatta empatia con il dentista che si è scelto.
  4. Chiedere una serie di appuntamenti cadenzati, dai lavori più semplici ai più complessi, con un tempo di attesa e rilassamento di almeno mezz’ora in poltrona, prima di iniziare le cure. Stare semplicemente seduti e cercare di rilassarsi, ad esempio utilizzando delle cuffiette per sentire musica se può aiutare.
  5. Annotare su un quaderno ogni emozione ed aspettativa prima e dopo l’appuntamento e dare un punteggio da 1 a 10. Scrivere le cure e i risultati, sempre numerandoli. Ci si accorgerà che via via che si procede nelle cure il punteggio si abbasserà.
  6. Se ciò non avverrà nei primi appuntamenti, non insistere. Il nostro consiglio è di rivolgersi ad un bravo psicoterapeuta che collaborerà con il proprio dentista.

La prossima volta parleremo della paura dei bambini e dei… loro genitori

Smile

Andrea Dott. Caprotti