L’approccio al paziente anziano e fragile
Buongiorno pazienti e amici dello studio, un felice 2025 a tutti voi.
Oggi, 2 gennaio, all’apertura dello studio ho visitato in urgenza tre “vecchiettini”, i cosi detti BOOMER.
Ma perché dico questo? L’approccio al nostro studio in questi anni è cresciuto con una clientela di circa un 30% di under 30 anni ma anche un 40% di over 55 anni, fino ai 90 anni di stamattina.
Ogni età ha una diagnosi e una terapia specifica.
Il primo incontro con un paziente di fascia alta è molto particolare e segue dei protocolli molto rigidi già dalla prima visita.
E’ essenziale:
- Valutare il grado di collaborazione della persona a livello medico (dallo stato generale al male di denti classico) ma, ben più importante, valutarne lo stato psicologico e cognitivo. Se si hanno dei dubbi si chiederà una eventuale presenza di un famigliare, un accompagnatore e un caregiver.
- Si deve compilare insieme al medico, un’attenta anamnesi medica e farmacologica (che richiede più tempo rispetto una visita normale) soprattutto verso terapie con BIFOSFONATI, ANTICOAUGULANTI, ANTIDIABETICI, ANTITUMORALI e PSICOFARMACI.
Un consiglio: portate sempre con voi i cosi detti BUGIARDINI dei farmaci assunti. - Solo a questo punto ai procederà alla visita e alla valutazione della bocca, alle urgenze e alle patologie classiche dell’anziano. Non solo carie o dolore ma una attenta valutazione visto l’allungamento dell’età, e grande attenzione alla… “MINACCIA SILENZIOSA”, la malattia parodontale o piorrea che porta alla perdita di tutti i denti.
Una patologia in aumento tra questi pazienti è, ad esempio, la SINDROME della BOCCA BRUCIANTE, SECCA detta XEROSTOMIA.
Si tratta di un vero disagio, che è dovuto alla minor salivazione e spesso legato all’assunzione di farmaci e che può cambiare in toto la qualità della vita del paziente fino alla depressione.
Nei casi più avanzati questi pazienti arrivano a deglutire con dolore e molta fatica, solo cibi liquidi.
Soluzioni? Accorgersi subito del problema. E’ sempre consigliabile lavorare in team con altri medici specialisti su prevenzione, sulle patologie in atto o a venire, su un supporto psicologico.
Un paziente anziano, se lasciato solo, ha paura di parlare della sua bocca, quasi si vergogna, accetta la decadenza, si sente smarrito, si isola.
Non riuscendo a mangiare correttamente, deperisce e peggiora il suo stato generale.
Oggi fortunatamente abbiamo i mezzi, le conoscenze, l’approccio più mirato per aiutare il paziente anziano insieme ai suoi famigliari ed amici.
Se avete dei dubbi sui vostri anziani e li vedete smarriti, aiutiamoli insieme.
A volte basta un po’ di attenzione, una chiacchierata… e siamo già a metà del lavoro.
Un invito: NON LASCIAMOLI SOLI.
SMILE
ANDREA dott. CAPROTTI
ILARIA dott.ssa CAPROTTI